Gay & Bisex
Il personal trainer _ cap 4
di Beat
08.11.2022 |
14.317 |
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"Nel vedere quell'uomo seminudo eseguire gli esercizi, percepì la possenza maschile che il suo corpo emanò in tutta la stanza: un Poseidone senza tridente ma..."
I giorni passarono e il giugno mite e luminoso lasciò spazio ad un luglio torrido ed afoso. Dopo quel bacio successo per errore, Carlo ed io ci vedemmo di meno per una serie di imprevisti ed impegni di entrambi, con mio grande dispiacere.
L'insicurezza mi portò a pensare che il mio amico mi stesse evitando di proposito, anche se quando poi passammo del tempo insieme il nostro rapporto sembrò immutato.
In quei giorni presi l'abitudine di masturbarmi spesso ripensando a quel bacio successo per errore e alle seghe nelle docce della palestra. Immaginai come doveva essere baciare il grande corpo muscoloso e possente di Carlo, sentirne il pelo sotto le labbra e la lingua. Immaginai la ruvida durezza dei muscoli delle cosce sotto le mie mani, la callosità delle sue dita sulla mia pelle, il tocco delicato e morbido delle sue labbra sulle mie.
Arrivò il martedì, il che significava che ci saremmo visti per l'allenamento in palestra. Alla solita ora mi avviai verso la palestra, parcheggiai e presi le chiavi della macchina, il borsone ed il telefono. Sullo schermo del mio smartphone apparve un rettangolino bianco che scoprii subito come un messaggio di Carlo
"Bro, scusa ma papà deve andare a una visita e mamma non può accompagnarlo. Niente palestra per me oggi mi sono scordato ad avvisarti 😅"
"Cazzo Carlo! Potevi dirmelo prima e avrei evitato di venire in palestra con questo caldo!" pensai e risposi al messaggio con un frettoloso
"Ok 👍🏻"
Entrai in palestra e salutai Beatrice, la receptionist, che mi salutò a sua volta da dietro il bancone d'ingresso e con i capelli mossi dal vento del ventilatore poggiato sul ripiano nero del bancone.
Arrivai allo spogliatoio e noti fosse vuoto se non per un unico borsone su una panca. Evidentemente tutti gli abbonati preferirono il refrigerio del mare al sudare in palestra in quel caldo martedì di luglio.
Mi cambiai ed entrai nella sala attrezzi deserta, tranne che per Antonio alla Press Leg che mi salutò con un cenno del capo mentre con lo sguardo solitamente duro studiò la mia figura da capo a piedi.
Salutai a mia volta e mi diressi ad uno dei tapis roulant disposti in batteria di fronte ad un ventilatore che muoveva stancamente le sue pale con un rumore ritmico.
Iniziai il riscaldamento con il sottofondo di Certe Notti di Ligabue nell'impianto audio della palestra e il rumore dei ventilatori. A cadenza regolare una ventata di aria fresca arrivò dal ventilatore che, girando nella mia direzione, mi regalò sollievo dalla calura estiva amplificata dall'allenamento.
Antonio finì il suo esercizio e venne nella mia direzione, si fermò accanto al ventilatore puntando lo strumento fisso su di me.
"Se bisogna allenarsi, meglio non morire di caldo, visto che in palestra ci siamo solo noi" disse con una voce profonda e calda che mi sorprese e mi avvolse.
Lo ringraziai e sorrisi nella sua direzione. Era la prima volta che fummo così vicini e potei studiare altri dettagli di quell'uomo che fino ad allora mi erano sfuggiti. Notai gli occhi verde chiaro e glaciali ma allo stesso tempo con una forma morbida ed uno sguardo molto profondo.
La sua barba di qualche giorno iniziava ad essere grigia in qualche punto del mento e dal collo si univa direttamente ai peli del petto senza stacco. Nonostante dal tapis roulant fossi più in alto del solito, Antonio rimase comunque alto e notai che era davvero grosso. Enormi spalle muscolose ed un collo taurino sormontavano un grosso petto gonfio, e le braccia enormi e pelose ebbero su di me un effetto ipnotico.
Antonio mi scrutò qualche secondo poi chiese "Come mai oggi da solo?" con la sua voce profonda e calda.
"È stato un imprevisto, infatti mi sto annoiando da solo" risposi senza troppo riflettere.
Un istantaneo bagliore fulmineo attraversò gli occhi di quell'uomo gigantesco e tornò a parlare dicendo "qui oggi si crepa, ti dispiace se mi metto più a mio agio?". Nel mentre che risposi "no, figurati" Antonio iniziò a sfilarsi la maglietta sudata lasciando che il suo corpo caldo si rifocillasse dell'aria fresca che i ventilatori garantirono nella zona dove eravamo.
Il suo enrome petto muscoloso era coperto di una folta peluria scura, gocce di sudore scesero dal suo collo e si persero in quel folto mare di pelo. Continuando a guardarmi, si diresse verso la chest press per continuare l'allenamento.
La macchina era di fronte alla mia postazione, Antonio aumentò il carico poi si posizionò a gambe larghe ed aprì le braccia per agguantare i manubri.
Aprì e chiuse le braccia ripetendo il movimento molte volte, ad ogni movimento il suo petto peloso e lucido di sudore si gonfiò e distese in maniera ipnotica. Le grosse gambe pelose erano aperte e notai che il pantaloncino grigio chiaro iniziò ad avere difficoltà a contenere il suo pacco gonfio.
Antonio mi fissò per tutto il tempo dell'esercizio, senza mai distogliere lo sguardo da me.
Iniziai a sudare più di quanto il riscaldamento e il caldo potessero indurre e sentii il fremito dell'eccitazione nelle mie parti intime.
Antonio finì la serie e si alzò toccandosi il pettorale gonfio senza mai distogliere lo sguardo da me che correvo sul tapis roulant.
Fece un paio di passi nella mia direzione e con la voce più profonda del normale disse "fa proprio caldo oggi", sfilandosi i pantaloncini e rimanendo in slip bianchi.
Ormai avevo il cazzo barzotto e una scia di sudore, che nulla ebbe a vedere con il mio allenamento, iniziò a colare lungo la mia schiena.
Antonio si posizionò nuovamente sulla chest press e riprese la seconda serie di esercizi, sempre senza smettere di guardarmi.
Nel vedere quell'uomo seminudo eseguire gli esercizi, percepì la possenza maschile che il suo corpo emanò in tutta la stanza: un Poseidone senza tridente ma capace ugualmente di smuovere il mare dentro di me.
La mia erezione arrivò senza controllo e increspò talmente i pantaloncini che dovetti scappare in spogliatoio per non farmi vedere da Antonio. Corsi in bagno e lavai il viso. Scoprii che tremavo come una foglia mentre guardai il riflesso nello specchio del mio viso bagnato e visibilmente scosso.
Non tornai nella sala attrezzi anche se una parte di me fu molto tentata, mi spogliai ed entrai in doccia.
Scelsi lo stallo più lontano dall'ingresso, quello nell'angolo, aprì l'acqua e mi ficcai sotto il getto tiepido. Apprezzai l'acqua scendere lungo il mio corpo, capace di frenare il bollore della sala attrezzi. Immagini dell'allenamento di Antonio si susseguirono nella mia mente e sentì il dolce prurito dell'eccitazione interessare le mie parti intime. Presi una generosa quantità di sapone e iniziai a passarlo su tutto il corpo e sui capelli, chiudendo gli occhi e portando indietro la testa.
Sentì un rumore leggero, mi sciaquai gli occhi per vedere cosa fosse e con un tuffo al cuore scoprii che Antonio, completamente nudo, camminò verso la mia direzione ed entrò nella docce scegliendo lo stallo accanto al mio.
Mi guardò negli occhi e, aprendo il rubinetto dell'acqua, iniziò a lavarsi accanto a me.
Studiai l'acqua che scendeva lungo il suo corpo, bagnando i suoi capelli appena brizzolati, le ciglia dei suoi occhi profondi e glaciali. L'acqua scivolò lungo il suo petto peloso e gonfio dell'allenamento appena effettuato, quel suo addome piatto e muscoloso, sui muscoli tesi della sua schiena pelosa.
L'acqua scivolò anche sulle sue gambe possenti, larghe e lunghe, e sulle sue caviglie grosse e i suoi piedi grandi.
Dall'addome l'acqua scese formando uno strato sopra al pelo, scendendo sull'inguine e bagnando il suo enorme cazzo largo. Notai che era più grosso del solito, e capii che era barzotto dal fatto che il glande di solito appena scoperto era totalmente fuoriuscito dalla pelle.
Aveva la cappella rossa e larga, molto turgida e lucida dal passaggio dell'acqua, ed un rigagnolo continuo ne scese dalla punta fino a terra.
Antonio continuò a lavarsi voltato nella mia direzione, continuando ad avere gli occhi fissi su di me.
Sentii l'imbarazzo montare in me insieme a qualcos'altro: una sensazione di morsa allo stomaco che riconobbi subito come desiderio.
Antonio si sciacquò dal sapone, chiuse l'acqua e per un secondo mi guardò, poi si mosse lentamente nella mia direzione senza dire nulla.
I suoi movimenti erano lenti ma estremamente autoritari, quasi solenni.
Indietreggiai e ben presto mi trovai con le spalle al muro.
Non potei più nascondere la vistosa erezione che quell'uomo enorme e mascolino suscitò in me.
Antonio era a pochi cm da me, potei sentire il calore che il suo corpo emanava, perdermi nei vapori della doccia calda appena fatta che il suo corpo emanò.
Si avvicinò al mio viso mentre sentii il suo corpo sfiorare contro il mio ed il suo pene schiacciato contro la mia pancia.
Poi, contro ogni previsione, mi abbracciò tra le sue possenti braccia.
Sentii i peli delle sue ascelle sulla mia spalla e il peso del suo corpo mi schiacciò tra lui e la fredda parete di mattonelle alle mie spalle. Mi abbandonai a quell'abbraccio e lo abbracciai anch'io, sentii sotto le mie mani la sua schiena possente e pelosa, mentre percepii il suo cazzo duro contro il mio corpo. Misi una mano sul suo collo taurino e l'altra sui suoi bicipiti di marmo.
Annusai a pieni polmoni l'odore di sapone di quell'uomo nudo ed abbracciato a me, mentre lo scialaquio della mia doccia rimasta aperta ci cullò.
Ancora più inaspettatamente, Antonio sussurrò nel mio orecchio con la sua voce calda, morbida e profonda "sei davvero bello" per poi staccarsi.
Mi guardò con i suoi occhi glaciali, poi si voltò e si allontanò, lasciandomi lì nudo, confuso e con il cazzo di marmo.
Quando tornai allo spogliatoio, Antonio era già vestito. Prima di uscire mi lanciò un sorriso morbido e luminoso con perfetti denti bianchi, che cozzò con il suo sguardo profondo e glaciale.
Infilai gli slip con alcune difficoltà vista l'erezione ancora in corso, confuso su ciò che avevo vissuto sotto la doccia.
Notai qualcosa di bianco sulla panca dove qualche minuto prima aveva trovato posto il borsone di Antonio: gli slip usati durante l'allenamento, li riconobbi all'istante.
Andai a prenderli quasi di corsa, non volevo perdere la possibilità di avere qualcosa di quell'uomo. Li presi in mano e notai che erano ancora caldi ed umidi di sudore, li studiai attentamente scoprendo dettagli: la scritta blu ricamata Intimissimi, due peli pubici neri, una macchia fresca di precum, il rigonfiamento sul pacco dovuto alle dimensioni importanti del cazzo e dei coglioni di Antonio.
Senza accorgermene, la mia erezione tornò prepotente e portai quegli slip al naso per annusarne l'odore maschione riempire i polmoni di quell'inebriante effluvio.
Con una mano iniziai a togliere gli slip appena indossati, mi avvicinai alla porta del bagno ed entrai. Mi posizionai completamente nudo sul water e, annusando gli slip usati di Antonio iniziai a toccarmi il petto mente il mio cazzo divenne sempre più duro.
L'odore di maschio e sudore mi inebriò completamente e iniziai a segarmi con foga e passione. Gli slip usati da quell'uomo enorme aderirono completamente la mia faccia e sentii il bisogno di associare a quell'odore un sapore. Aprii leggermente le labbra e poggiai una parte di tessuto sulla lingua, ed un sapore salato e coinvolgente si impadronì di me facendo bagnare il mio cazzo. Persi completamente ogni freno quando trovai con la lingua la macchia del precum di Antonio, che ingordamente recuperai ed assaporai. Aveva un sapore intenso, caldo, inebriante.
Scoprii che ne volevo ancora, immaginai la sensazione di ricevere quel nettare direttamente dalla fonte.
I miei coglioni si sfogarono in due, tre, quattro potenti fiotti sul mio petto peloso e mugugnai di piacere. Rimasi qualche minuto a guardare la scia bianca sul mio petto e il mio cazzo affievolirsi tornare a dimensioni normali, sempre con gli slip di Antonio in una mano.
Uscì dal bagno e mi diressi di nuovo in doccia per lavare via le tracce del piacere e della passione. Sotto la doccia ripensai ancora al corpo perfetto e maschio di Antonio, a quanto fosse sensuale e virile. " Sei davvero bello" ripensai alle parole che Antonio mi aveva detto mezz'ora prima e una pulsione di desiderio arrivò dal basso ventre verso quell'uomo. Poi pensai anche a Carlo, ai suoi profondi occhi neri e mi sentii in colpa.
Ebbi la sensazione di averlo tradito.
"Ma quello manco ti vuole" pensai dentro di me per scacciare i sensi di colpa e continuai a lavarmi.
Tornato alla panca mi asciugai e vidi gli slip di Antonio gettati sul piano di legno. Li guardai e senza riflettere su due volte, li presi e li indossai al posto dei miei. Fu una sensazione stupenda indossare gli slip con gli odori e gli umori di quell'uomo, di sentirli premere contro la mia pelle.
Uscì dalla palestra salutando Beatrice con un cenno del capo, con le mani in tasca a nascondere la potente erezione che quegli slip continuarono a regalarmi.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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